“minusvalenze, plusvalenze…” paroline dal grande effetto per i risparmiatori, ma dall’oscuro significato… Cosa sono? come si realizzano?
Le minusvalenze sono le perdite subite nell’investire il proprio denaro sui mercati finanziari, cioè rappresentano la differenza negativa tra il prezzo di acquisto e quello di vendita di un prodotti finanziario.
Se – ad esempio – acquisto 1.000 azioni della “Canistracci Oil” a 10 Euro e le rivendo a 7 Euro, subisco una minusvalenza di 3.000 Euro, cioè (7-10) x 1.000= -3.000 Euro.
Le minusvalenze scadono?
Ebbene sì, fiscalmente le minusvalenze hanno una scadenza. Possono essere compensate entro 4 anni con le plusvalenze, cioè i guadagni, successivamente maturate, cioè le plusvalenze contratte durante il 2017 possono essere compensate entro 4 anni, cioè entro il 31 dicembre 2021.
Non tutti i prodotti finanziari, però, permettono di compensare le minusvalenze: il Fisco italiano, a dire il vero, non contribuisce a rendere agevole la compensazione, visto che si distingue tra il prodotto finanziario che produce reddito “da capitale” e quello che produce reddito “diverso”.
Tale differenza non è solo nozionistica, ma incide direttamente sul sistema fiscale, dato chele minusvalenze possono essere prodotte attraverso TUTTI i prodotti finanziari, mentre, al contrario, possono essere compensate solo con i prodotti finanziari che producono “reddito diverso”.
I prodotti finanziari che generano reddito “da capitale” e che quindi NON sono utili per compensare le minusvalenze, sono gli ETF, i fondi comuni di investimento, le cedole delle obbligazioni ed i dividendi delle azioni, quotate o meno.
I prodotti finanziari che producono “reddito diverso”, cioè quelli che permettono di recuperare le minusvalenze, son le azioni, le obbligazioni, gli ETC ed i certificates. In sintesi:
STRUMENTO Finanziario | Tipologia Reddito Prodotto | Recupero Minusvalenze |
Capital Gain obbligazioni | Reddito diverso | SI |
Cedola obbligazioni | Reddito di capitale | NO |
Capital Gain azioni | Reddito diverso | SI |
Dividendo azioni | Reddito di capitale | NO |
Capital gain ETF | Reddito di capitale | NO |
Dividendo ETF | Reddito di capitale | NO |
Capital Gain fondi | Reddito di capitale | NO |
Dividendo Fondi | Reddito di capitale | NO |
Capital Gain ETC | Reddito diverso | SI |
Certificati | Reddito diverso | SI |
Derivati | Reddito diverso | SI |
Non è superfluo affermare che per recuperare una minusvalenza, occorre realizzare una plusvalenza e quindi sarà necessario vendere un prodotto a “reddito diverso” che si trova in guadagno.
Esempio di compensazione delle minusvalenze
Ipotizziamo di aver acquistato a 2 Euro una quantità di 2.000 Azioni ALFA, che in questo momento quotano 3 Euro l’una. Vendendo le 2000 Azioni ALFA a 3 Euro, si realizzerebbe una plusvalenza di 2.000 Euro, cioè 6.000-4.000= 2.000 Euro, che possiamo mettere a compensazione con le precedenti minusvalenze, come i 3.000 Euro persi nel caso delle azioni Canistracci Oil.
Così avremo il caso pratico secondo il quale plusvalenza maturata andrà a compensare le minusvalenze maturate e su di essa non si pagherà l’imposta di Capital Gain. Ne segue che il prodotto venduto potrà essere riacquistato e rimesso in portafoglio il giorno successivo (ovviamente per motivi fiscali NON il giorno stesso). Interessante notare il fatto che nel campo delle obbligazioni è sicuramente consigliabile privilegiare la vendita delle obbligazioni corporate, tassate al 26% e quindi in modo maggiore rispetto ai titoli di Stato (ed equiparati), sui quali pesa l’imposta del 12,50%. Da notare le tempistiche per operazioni di questo tipo: ci vogliono almeno 3-5 giorni lavorativi (cioè di mercati aperti), e ovviamente entro il 31 dicembre di ogni anno.