APE – Pensione anticipata 2017, come uscire prima dal lavoro?

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Ape pensione anticipata senza penalizzazioni, pensione lavoratori precoci, notturni e addetti a mansioni usuranti, proroga Opzione donna: tutti i modi per uscire prima dal lavoro.

La legge Fornero non cambia, ma aumentano i modi per uscire prima dal lavoro, grazie alla nuova flessibilità: si tratta di un insieme di interventi normativi in materia previdenziale, la maggior parte dei quali saranno attuati con la Legge di Bilancio 2017. Dall’Ape alla pensione anticipata per i lavoratori precoci, dalla semplificazione dei requisiti per gli addetti ai lavori usuranti alla proroga dell’Opzione donna: le modalità per pensionarsi prima della maturazione dei requisiti previsti dalla Fornero sono diverse, ma possono comportare delle penalizzazioni, cioè dei tagli sull’assegno.

Vediamo, nel dettaglio, ognuna di queste possibilità di uscita anticipata.

 

Ape

 

Iniziamo subito dalla novità più rilevante, l’Ape: quest’istituto, la cui sigla sta per Anticipo Pensionistico, consente di uscire dal lavoro a 63 anni di età con un minimo di 20 anni di contributi. Considerando che l’età per la pensione di vecchiaia sarà pari, nel 2018, a 66 anni e 7 mesi per tutti i lavoratori, uomini e donne, l’Ape consentirà di anticipare la pensione di 3 anni e 7 mesi.

L’anticipo sarà possibile grazie a un prestito bancario, che dovrà essere restituito dal lavoratore in rate ventennali. Le rate comporteranno una penalizzazione della pensione pari a circa il 5-6% per ogni anno di anticipo.

Alcuna categorie, però, non saranno penalizzate:

  • i disoccupati di lungo corso privi di ammortizzatori sociali;
  • gli invalidi;
  • coloro che assistono un familiare con handicap grave (beneficiari della Legge 104);
  • gli addetti a mansioni ad alto rischio infortunio;
  • gli addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti.

Questi lavoratori beneficeranno della cosiddetta Ape social, cioè dell’anticipo pensionistico senza tagli sull’assegno: questo sarà possibile grazie a un bonus fiscale che coprirà l’impatto delle rate del prestito sulla pensione.

Altre categorie, invece, beneficeranno dell’Ape con penalizzazioni ridotte:

  • i lavoratori in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali, grazie a un contributo stanziato dal datore di lavoro a parziale copertura del finanziamento;
  • gli iscritti alla previdenza complementare, il cui prestito sarà coperto, in parte, dal godimento di una rendita liquidata prima della maturazione dei requisiti per la pensione, la Rita (Rendita integrativa anticipata).

Altri ancora potranno beneficiare di tagli più bassi, richiedendo un importo ridotto dell’anticipo pensionistico: in parole semplici, se l’Ape non ammonta al tetto massimo domandabile (pari al 95% della futura pensione), ma, ad esempio, alla metà (50-55% della futura pensione), anche le penalizzazioni, di conseguenza, diminuiscono.

 

Pensione anticipata lavoratori precoci

 

Dovrebbe andare “in porto”, assieme alla Legge di Bilancio 2017, anche un bonus contributivo per i lavoratori precoci: chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni di età potrà fruire di 4 mesi di contributi aggiuntivi per ogni anno di attività svolta da minorenne e non subirà penalizzazioni se il collocamento a riposo avverrà prima del compimento dei 62 anni di età.

Secondo altre proposte, per i lavoratori precoci dovrebbe essere prevista la possibilità di pensionarsi con 41 anni di contributi, senza penalizzazioni legate all’età.

Allo stato attuale, non esiste una previsione “ad hoc” per i lavoratori precoci, ma l’unica possibilità resta la pensione anticipata ordinaria, i cui requisiti sono:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Dal 2018, per chi fruirà della pensione anticipata con meno di 62 anni di età, sarà prevista una penalizzazione pari:

  • all’1% annuo, se l’interessato ha compiuto 60 anni;
  • del 2% per ogni anno mancante al compimento del 60° anno di età.

 

Proroga Opzione donna

 

Per le lavoratrici, un’altra possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro è la cosiddetta  Opzione donna; con questa opzione, è possibile pensionarsi:

  • a 57 anni e 3 mesi di età, se lavoratrici dipendenti;
  • a 58 anni e 3 mesi, se lavoratrici autonome;
  • con un minimo di 35 anni di contributi;
  • con l’attesa di una finestra pari a 12 mesi dalla maturazione dei requisiti, per le dipendenti e a 18 mesi per le autonome.

In cambio dell’anticipo della pensione, l’assegno è ricalcolato col sistema contributivo, notevolmente penalizzante (anche se non esiste una decurtazione fissa, ma questa dipende dalla carriera della lavoratrice).

L’accesso all’opzione, allo stato attuale, è consentito soltanto a chi ha maturato i requisiti elencati entro il 31 dicembre 2015, ma a breve sarà disposta una proroga.

 

Pensione anticipata addetti mansioni usuranti

 

Gli addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti, compresi gli addetti ai turni notturni, fruiscono di una particolare tipologia di pensione di anzianità, basata sulle quote (somma di età e contributi): hanno la possibilità di uscire dal lavoro, difatti, a seconda della categoria di appartenenza (addetti a lavori usuranti, a turni notturni sopra le 64, 71 o 78 giornate annue)  con un minimo di 61 anni e 7 mesi di età, o un minimo di 35 anni di contributi, purchè la sommatoria di età e contributi raggiunga la quota 97,7.

Con la Legge di Bilancio 2017, i requisiti attualmente previsti dovrebbero essere abbassati di 12 o 18 mesi e semplificati.

Sono sempre a vostra disposizione per approfondimenti e consigli personalizzati in base alla vostra situazione.